Il vento ululava come una belva ferita, trascinando con sé vortici di neve lungo la strada deserta.
Amelia Reynolds serrò le mani sul volante, gli occhi puntati sul parabrezza appannato. La berlina scivolò sul ghiaccio e si fermò con un sussulto; le spie del cruscotto lampeggiarono un attimo, poi il motore morì.
«Non adesso… ti prego», mormorò, picchiando sul volante. Il telefono non aveva campo, e fuori la tormenta diventava sempre più feroce. Aprì lo sportello e il gelo la colpì come una lama.
Avvolgendosi nel cappotto, avanzò con fatica nella neve che le inghiottiva i piedi a ogni passo. Doveva raggiungere una serata di gala a chilometri di distanza, ma la scorciatoia suggerita dal GPS si era rivelata una trappola.
All’improvviso, intravide in lontananza un bagliore incerto: forse una finestra illuminata. Stringendo i denti, arrancò fino al portico di una vecchia fattoria di legno. Le dita intorpidite bussarono con forza.
La porta si aprì con un cigolio. Davanti a lei apparve un uomo alto, spalle larghe, camicia di flanella e jeans logori. Il volto segnato dal vento, lo sguardo calmo ma impenetrabile.
«La mia auto si è fermata… non ho campo», balbettò lei. «Ho bisogno di aiuto.»
Lui la scrutò in silenzio, poi si scostò per farla entrare. Dentro, il tepore di una stufa e l’odore di legna e zuppa le restituirono il respiro. L’uomo tornò al banco da lavoro, dove stava pulendo un pesce, senza domandarle nulla.
«Mi chiamo Amelia», tentò lei.
«Ti conosco. Sei quella dell’hotel», rispose secco. «Io sono Mihai. Coltivo, pesco, costruisco. Dipende dai giorni.»
Non aveva telefono, né rete. «Vivo meglio così», spiegò. «Taglio legna, semino, pesco. Niente debiti, niente orari.»
Le porse una ciotola di zuppa fumante. «Prendi. Ti scalderà.»
Quella notte le offrì il suo letto e dormì sul pavimento senza protestare. Al mattino, la portò al villaggio con una slitta trainata da un cavallo.
«Perché vivi isolato?» chiese lei.
«Perché ho perso tutto. E in quel vuoto ho trovato la libertà.»
Non aggiunse altro. L’accompagnò, poi tornò indietro senza voltarsi.
Tre mesi dopo, la notizia fece scalpore: Amelia Reynolds aveva venduto gran parte delle sue proprietà, lasciato il mondo delle élite e si era ritirata in un piccolo villaggio. Molti parlavano di follia. Lei invece sapeva la verità.
A volte basta una tempesta e un motore che cede per ricordarti cosa conta davvero.