“Due gemelle si uniscono in matrimonio con lo stesso milionario, ma ciò che accadde durante la prima notte di nozze lasciò tutti senza parole.”

Anna ed Elise Donovan erano gemelle identiche nell’aspetto, ma diversissime nello spirito. Anna era prudente, riflessiva, dotata di una lealtà incrollabile; Elise invece ardeva di passione, magnetica, impulsiva e sempre in cerca di lusso e avventura. Sin da bambine erano state inseparabili: non solo sorelle, ma complici, unite da un legame così profondo che nessun estraneo avrebbe potuto spezzare.

Cresciute ai margini dell’Ohio, tra un parcheggio di roulotte e una madre schiava dell’alcol, condividevano lo stesso sogno: fuggire dalla miseria e conquistarsi una vita migliore. “Siamo due metà della stessa anima”, ripeteva Elise. Anna sorrideva, anche se in cuor suo temeva che il mondo avrebbe premiato solo l’audacia, non la cautela.

Advertisements

Il destino bussò alla porta con il nome di Marcus Wexler: quarantaduenne milionario di New York, arrivato in città per una conferenza immobiliare. Le sorelle avevano venticinque anni e lavoravano come cameriere nell’albergo che ospitava l’evento. Elise fu la prima a rivolgergli la parola, con la sua solita disinvoltura civettuola. Marcus, elegante e sicuro di sé, rimase colpito dal suo fascino. Ma fu Anna, con una risposta schietta durante un fugace incontro in corridoio, a piantargli un seme nella mente.

Da lì iniziò un corteggiamento fuori dal comune: Marcus decise di conquistarle entrambe, non separatamente, ma insieme. Anna inizialmente si ribellò a quell’idea ambigua, mentre Elise vi si tuffò con entusiasmo, ricordandole la promessa che nulla le avrebbe mai divise. Alla fine, Anna cedette, più per paura di perdere la sorella che per amore verso Marcus.

Dopo sei mesi, l’uomo chiese loro di sposarlo. La proposta fece scalpore: sposare legalmente Elise, legarsi ad Anna con un’unione civile. Per il mondo esterno era una follia; per loro, la promessa di un patto di lusso e unità eterna.

Le nozze furono celebrate in Toscana, in una villa elegante. Anna in avorio, Elise in champagne. Marcus baciò entrambe, suggellando un’unione che sembrava destinata a sfidare le convenzioni. Ma già la prima notte, la crepa si aprì.

Nella suite condivisa, Elise brillava come una fiamma, mentre Anna si scoprì spettatrice, estranea a quel gioco di seduzione. Marcus la notò, le chiese se fosse tutto a posto. Lei annuì, ma dentro di sé capì che qualcosa si era spezzato: per la prima volta si sentiva sola, anche accanto alla sorella.

La mattina seguente Elise era raggiante, convinta che la notte fosse stata un trionfo. Anna invece confessò di essersi sentita esclusa. Le due litigarono sottovoce: Anna accusava la sorella di essersi appropriata di ciò che doveva essere condiviso, Elise ribatteva che l’amore non si poteva spartire come una torta.

Quella frattura non si rimarginò. Marcus stesso, in un confronto silenzioso, ammise che con Anna c’era un’intesa calma, con Elise la passione. E la passione, alla fine, aveva avuto la meglio.

Due settimane dopo, Anna prese la sua decisione. Senza drammi, senza urla, disse addio. Rifiutò denaro, appartamenti e favori. Tornò in Ohio, si costruì una vita semplice: insegnava, leggeva, scriveva. Ritrovò se stessa.

Elise rimase accanto a Marcus per tre anni. Poi, inevitabilmente, divorziarono. Nessuno scandalo, solo la parola “incompatibilità” a chiudere i titoli dei giornali.

Le gemelle oggi si parlano ancora, non con la costanza di un tempo, ma con affetto. Continuano a dirsi “due metà della stessa anima”. Solo che adesso hanno imparato un’altra verità: a volte, per amare davvero, bisogna prima diventare interi da soli.

Advertisements

Leave a Comment