Mi chiamo April e sono passati sei anni da quando il divorzio è diventato realtà. Il mio ex, Mark, non ha perso tempo: si è risposato con Cassandra, una donna elegante, sempre pronta a parlare come se fosse in una riunione d’affari, e capace di distribuire gentilezza come fosse una risorsa preziosa da centellinare.
Lily, nostra figlia, oggi ha diciassette anni. Alta, piena di sogni e con quella lucidità tipica di certi adolescenti, che ti sorprende e ti spiazza. Si diploma questa primavera e in autunno inizierà l’università. Tra compiti di algebra e turni in libreria, un giorno si è innamorata di un vestito.
— Mamma, guarda! Sarebbe perfetto per il ballo di fine anno! — mi ha detto, porgendomi il telefono. Sullo schermo, un abito di raso, ricamato di perle, luminoso come un cielo stellato… e dal prezzo proibitivo: mille dollari.
Mi si è stretto lo stomaco. Con due lavori arrivo a malapena a coprire affitto e spese, figuriamoci un vestito del genere. — È bellissimo, tesoro, — le ho sorriso, asciugandomi le mani sul grembiule. Lei ha capito subito: quel sorriso a metà, lo stesso che indossa quando sa che arriverà una delusione.
Quella notte, sola in cucina, continuavo a guardare la foto dell’abito. Mi è tornata in mente mia madre, che mi aveva insegnato a cucire quando ero bambina. Così, la mattina dopo, ho bussato alla porta di Lily: — E se te lo facessi io? Sceglieremmo insieme il tessuto, il modello… sarebbe unico. —
Dopo qualche esitazione, ha accettato. Per tre settimane, ogni sera dopo il lavoro, ho tirato fuori la macchina da cucire, circondata da scampoli e schizzi. Lily lo voleva elegante e sobrio: un rosa tenue, un tessuto che brillasse appena, corpetto aderente e gonna fluida. Quando finalmente lo ha provato, ho trattenuto le lacrime: era radiosa.
Poi, alla vigilia del ballo, è arrivata Cassandra. Con un sacco bianco in mano e un sorriso trionfante, ha estratto il famoso vestito da mille dollari. — Sorpresa! Così potrai andare al ballo con stile, non con… quella cosa che ha fatto tua madre. —
Lily è rimasta impassibile. Io ho detto solo: — La scelta è tua, amore. —
La sera del ballo, quando è scesa le scale, indossava il mio vestito. — Non scelgo in base al prezzo, — ha detto a Cassandra davanti a tutti. — Scelgo in base all’amore. — Cassandra non ha saputo replicare.
Il giorno dopo, Lily ha postato la sua foto con una didascalia che mi ha commosso: “Non avevo il vestito dei miei sogni, così la mia mamma me lo ha cucito. Ha lavorato ogni sera dopo i suoi due lavori. L’amore non ha prezzo.” Centinaia di like e commenti.
Due giorni dopo, Cassandra le ha inviato un messaggio chiedendo mille dollari di “rimborso” per il vestito mai indossato. Lily ha risposto: “L’amore non si restituisce. Se vuoi il vestito, vieni a riprenderlo: non valeva la pena.”
Oggi la foto di Lily al ballo è incorniciata accanto a un’immagine di mia madre che mi insegna a cucire. Alcuni tesori, semplicemente, non si comprano.