A soli otto anni, la bambina smascherò la bugia della fidanzata del padre dopo aver origliato un dialogo in francese.

Alessandro sorrise, sollevato. Finalmente aveva trovato il coraggio di dire a sua figlia che stava per risposarsi. Era da giorni che rimandava quella conversazione, pur sapendo che, entro un mese, la futura moglie si sarebbe trasferita da loro.

Sonia non era una bambina qualunque: a soli otto anni aveva una mente brillante e un modo di ragionare che lasciava spesso gli adulti senza parole. Persino Alessandro, imprenditore di successo, rimaneva colpito dalle sue domande acute e dalle conclusioni sorprendenti.

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— È davvero molto carina, papà! — disse ridendo. — Sicuramente vi troverete bene insieme. E poi potrà insegnarmi un sacco di cose da ragazza… come vestirmi, cosa abbinare…

Alessandro rise con lei. Sapeva bene che la figlia non aveva bisogno di consigli di moda: tra le sue amiche era lei a dettare le regole dello stile. Non di rado i suoi abbinamenti facevano sgranare gli occhi persino al padre, che cercava di non darlo a vedere. Ogni volta che le mamme delle compagne chiedevano chi la vestisse così bene, Alessandro provava un misto di orgoglio e imbarazzo.

Sonia era una piccola leader nata. Forse, pensava il padre, era diventata così autonoma perché lui trascorreva troppo poco tempo a casa. Quando non era con lui, si dedicava alla lettura, al disegno o a piccoli progetti creativi. La tata, che la seguiva da sei anni, ripeteva spesso: «Non ho mai conosciuto una bambina così sveglia. Le spieghi una volta sola e ha già capito tutto. E quando recita le poesie… sembra che le abbia scritte lei stessa».

Alessandro sapeva bene che il suo contributo nell’educazione di Sonia era stato minimo. La bambina era cresciuta accudita dalla tata e dalla cameriera Natàlia. Eppure, durante le vacanze insieme, erano inseparabili: Sonia brillava di gioia, non lasciava il padre un attimo e lui, per una volta, metteva da parte persino il computer.

— Papà, quando arriverà? — chiese la bambina.

— Tra circa un mese. Si chiama Alice.

Gli occhi di Sonia si illuminarono: — Allora le preparerò una sorpresa!

Alessandro si commosse. Aveva temuto che la figlia potesse reagire male, invece lo aveva preso con una calma matura: «Capisco, papà. Ci vuole una donna in casa».

Quella sera stessa Sonia iniziò a prepararsi davvero: voleva imparare il francese, la lingua di Alice. In un mese non sarebbe diventata esperta, ma sapeva che ce l’avrebbe messa tutta per riuscire a farle un regalo speciale.

Intanto Alessandro, guidando verso l’ufficio, si perse nei ricordi. Da quando sua moglie Lena era morta, un anno prima, aveva creduto che la vita fosse finita. Solo la madre di Lena lo aveva aiutato a rialzarsi, obbligandolo a occuparsi della figlia quando lui si era rifugiato nell’alcol. Era stata lei, con parole dure, a rimetterlo in carreggiata.

Negli anni successivi Alessandro aveva costruito un impero: da una piccola impresa era arrivato a dirigere una delle aziende più forti del paese. Ma ciò che lo teneva in piedi, lo sapeva bene, era Sonia.

Quando Alice arrivò, tutto sembrava andare bene. Portò un regalo alla bambina — un set di profumi francesi — e Sonia ne fu entusiasta. Alessandro tirò un sospiro di sollievo: forse avrebbero trovato un equilibrio.

Eppure, un dubbio lo tormentava: Alice non amava i bambini. Lo aveva sentito con le proprie orecchie, quando lei, parlando con un’amica in francese, confessava di non sopportarli. Un giorno Sonia, che da settimane studiava la lingua di nascosto, origliò una di quelle conversazioni. Con attenzione, trascrisse le parole e le tradusse. Ne uscì una verità agghiacciante: Alice aveva già un marito, con il quale complottava per spillare ad Alessandro soldi e firme per salvare i suoi affari indebitati.

La sicurezza confermò tutto: un passato pieno di debiti di gioco, figli abbandonati al primo marito, un disastro nascosto sotto una facciata elegante.

Alessandro non ebbe dubbi: la cacciò via lo stesso giorno.

Poco dopo, il giorno del compleanno di Sonia, arrivò Rita — madrina della bambina ed ex amica di Lena — con un enorme orso rosa e dei regali. Alessandro si rese conto, con un misto di vergogna e gratitudine, che aveva dimenticato quella data. Rita lo aveva coperto, fingendo che fosse tutto programmato.

Sonia, felice come non mai, sussurrò al padre prima di addormentarsi: — Sarebbe bello se Rita vivesse con noi…

Alessandro rimase colpito. Guardò a lungo Rita e, quasi senza rendersene conto, pronunciò la domanda che gli ribolliva dentro:

— Dimmi, perché non ti sei mai sposata?

Rita arrossì. — Non importa. Meglio che vada.

Lui le prese il mento con dolcezza: — Non sarà che sei sempre stata qui… e io troppo cieco per accorgermene?

Rita sospirò, accennando un sorriso: — Forse.

Quella notte Sonia dormiva tranquilla, ignara che il suo desiderio espresso a bassa voce si sarebbe realizzato di lì a sei mesi.

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